Il Castello nella Storia
Primi cenni storici
NELL'IMMAGINE SOTTO: Stralcio della cartografia storica del comune di Montalenghe risalente al XIX secolo, visibile il Castello, sul rilievo a sinistra, ancora isolato rispetto all'assetto urbano.
Il Castello di Montalenghe sorge in un paese del territorio canavesano, nelle antiche carte citato con il nome di Castrum Montalegarum, forse per la forma primitiva dell’abitato steso a lingue lungo il colle, oppure per la sua posizione, menzionato nel Glossarium del Ducange con la voce Montislega che significa “Locus silvestris”.
Il paese di Montalenghe è compreso tra la Serra d’Ivrea, il Po, la Stura di Lanzo e le Alpi Graie, nella parte settentrionale della provincia di Torino ricca di corsi d’acqua, colline e catene montuose anche di notevole altezza.
Tra i diversi edifici di particolare importanza storica troviamo la Chiesa di San Pietro risalente al XIII sec., la Chiesa della Beata Vergine delle Grazie risalente al 1760, il Castelvecchio, realizzato tra il XI e il XII sec. di cui oggi ne restano solo le rovine ed infine il Castello costruito su una struttura preesistente del XV-XVI secolo.
In epoca medievale
IL feudo iniziò a diventare un importante centro di guerre civili tra i guelfi e i ghibellini.
Le prime testimonianze storiche di Montalenghe risalgono al XII secolo grazie a un documento che attesta la presenza di un insediamento in cima al colle, ma è dal XIV secolo che il feudo iniziò a diventare un importante centro di guerre civili tra i guelfi, signori di San Martino, e i ghibellini, Signori di San Giorgio.
Un episodio cruento di questa piccola guerra feudale si deve alla ribellione dei soldati e della gente di San Giorgio asservita ai Conti di San Martino: nel 1339 assaltarono il Castello massacrando la guarnigione e parte degli abitanti, costringendo alla resa l’anziano feudatario.
Nel corso del XVI anche i Savoia tentarono di impadronirsi di queste terre, fino a quando non fu stipulata la pace di Cherasco nel 1616 con il giuramento di fedeltà al Duca Carlo Emanuele I di Savoia.
Dal XVII secolo
iniziò un periodo di pace e prosperità economica
Nel 1696 il feudo venne acquistato da Marco Francesco dei Balestrieri e nel 1733 passò ai Negri di San Giorgio che iniziarono i progetti per la costruzione di un nuovo edificio con caratteristiche estetiche e funzionali più adatte alle nuove esigenze di svago.
Tra la seconda metà del ‘600 e tutto il ‘700 nel Canavese iniziò un periodo di pace e prosperità economica tale da portare i nobili a costruire delle dimore da vivere anche per i propri soggiorni temporanei, questi edifici sorgevano in zona collinare in posizione strategica e soleggiata con grandi giardini destinati alla villeggiatura e al passatempo.
Nel XVIII secolo
Nel 1733 Carlo Giacinto Roero conte di Guarene accettò l'incarico di progettare il nuovo Castello di Montalenghe
Dopo il successo come ufficiale di Vittorio Amedeo II e capitano dei Dragoni, nel 1704 lasciò la brillante carriera militare per dedicarsi completamente all’architettura e alla realizzazione del Palazzo d’Ormea in piazza Carlina a Torino e poi del Castello di Guarene caratterizzato da un disegno di gusto juvarriano molto simile al Castello di Montalenghe.
Il progetto del Castello di Montalenghe prevedeva delle aggiunte laterali simmetriche a padiglione su una struttura preesistente in cima al colle, semidistrutta nel 1699, il tutto distribuito con eleganza su tre piani, due dedicati ai nobili proprietari, arricchiti da saloni con stucchi, decorazioni, camini e pregiati dipinti del Crivelli e l’ultimo piano dedicato alla servitù costituito da camere semplici prive di decorazioni e di altezza decisamente inferiore a quelle sottostanti.
Napoleone Bonaparte
ospite Illustre
Nel 1800 Napoleone Bonaparte, insieme alla sua scorta, soggiornò nel Castello di Montalenghe, elogiò le bellezze del giardino fiorito del Castello e pronunciò un breve discorso nella piazza del paese.
Nel XIX e il XX secolo
“S'alza e dirama in poggi il Canavese E ai poggi fan bel sesto alti Castelli“.
Nel 1860 il Castello fu acquisto dal Cavalier Gualberto Gromis di Trana, il quale fece effettuare numerosi interventi di restauro, nel 1932 passò ai Salesiani tramite testamento della moglie del Cavalier Gromis, che durante la Seconda guerra mondiale ne fecero un ricovero per gli sfollati di Torino per poi diventare un orfanatrofio.
Dal 1979 la proprietà passò al Priorato di San Carlo fino al 1993, anno in cui il Castello si trovava già in stato di abbandono.
L’attuale proprietà ha in programma un importante intervento di recupero e valorizzazione del costruito per riportare all’ antico splendore i vari ambienti rendendoli fruibili anche al pubblico.